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Davanti al mio sguardo attonito

Il giorno sfuma lento e pigro

Sembra non voler fuggire

E mi dice: aspetta, guarda lo spettacolo

Del tramonto…

Mi siedo rapito e mi affaccio,

Mi appoggio

Nel cotto dei secoli e

Ammiro il silenzio irreale mentre

Nubi sfilacciate sull’orizzonte e

Miti pecorelle bianche

Lasciano filtrare gli ultimi raggi

Di rosso fuoco, rovente

Il verde dei colli rapido muta il colore

A tratti schegge di zolle

Assumono tonalità di blu e di ocra

Alberi neri appoggiati su terre spaccate

Da fossi lucenti

Acqua come lama d’acciaio contorta

Affonda nei campi appena arati,

Di messi tagliate

Pennellate di indaco

Sul foglio celeste virano lente

Ombre di piombo, brezza di seta

La falce gialla spunta lenta

Tra timide stelle ammiccanti.

E la mia mente libera

Si ferma a sognare, a godere

Ed è rapita da un tramonto

Troppo imponente e insostenibile

Per un cuore ormai lieve.  

                                                    

© Franco Duranti - Piticchio di Arcevia 12/8/2015