Te l’ho già detto più di una volta: questa è una strana storia. Ma è vera!

     Mi hai già ripetuto mille volte che ti sembra impossibile. Mi dici che sono un mitomane. Ma è così, te lo giuro!

     A essere sincero, se uno la raccontasse a me, non so se ci crederei.  

     Però, pensavo fossimo amici e mi avresti creduto! Che interesse avrei avuto a inventarmi storie del genere.

     Ma è capitato davvero, stronzo. Vuoi credermi o no?

     Quindi se mi credi bene, altrimenti vai a farti fottere! 

     Te la racconto di nuovo.

     Eravamo in vacanza io e Sandra, da soli. Avevamo deciso di concederci un po’ di relax. Senza i figli tra le costole. Anche se, a dire il vero, ormai non venivano più con noi già da qualche anno.

     Perché i tuoi ti seguono? No.

     Bè, io ti credo se mi dici che vai in vacanza in Austria senza i figli.  Perché non dovrei crederti? So bene che ti piace essere di nuovo in corsa come ai vecchi tempi.

     Non c’è nulla di male a sentirsi di nuovo liberi.

     La nostra età è ancora una bella età, non credi? Cinquant’anni può ancora riservarti delle belle sorprese, anche se io volevo solo un po’di pace. Non ero andato in cerca di avventure. Ma è successo, e basta.

     E tu continui a dirmi che sono un mitomane. Che è solo frutto della mia fantasia erotica e della mia creatività.

     Sei mai stato a Bad Hofgastein? No? Bè, allora ti consiglio di farci una scappata. Ne uscirai rigenerato, come nuovo.

     Non per quello che mi è capitato: quello non ha nulla a che fare con la tranquillità e il relax.

     Trovarsi immerso in una piscina tra le rocce con l’acqua calda che ti massaggia: è meraviglioso. Senti il getto che ti spinge e ti massaggia la schiena, e tu sei lì con gli occhi socchiusi e sogni. Magari intorno c’è neve. E tu stai, bello rilassato, al caldo, come un lombrico tra la melma.

     È stato così che è successo!

Sandra era intenta a farsi impiastricciare di argilla e a fare massaggi drenanti. Io ero immerso da solo in piscina, in mezzo ad altri che come me trovavano piacere per quell’acqua calda. Alternavo la direzione del getto caldo tra la schiena e l’addome. Sentivo spingere sul corpo e mi rilassavo.

     Lei si era affiancata al mio getto.

     L’avevo notata poco prima che s’immergesse nella vasca. Un portamento importante: i suoi seni generosi mi puntavano. Buongiorno, le dico. Lei mi risponde con un sorriso radioso mettendo in mostra una fila di perle. È bellissimo qui!

     Ci presentiamo e ci scrutiamo. Lei dice di chiamarsi Carmela e viene da Catania. È in vacanza con due amiche che ora sono in sala massaggi.

     Penso: come mia moglie. Glielo dico, mentre il getto continua a spingere sui nostri corpi affiancati.

     Un’erezione mi coglie di sorpresa.

     Il getto massaggiante, o forse la presenza di Carmela, mi ha eccitato... Fatto sta, che tu ci creda o no, in un attimo è davvero massiccio.

     Sembra si sia accorta della mia eccitazione e si avvicina. Lei si appoggia alla roccia: il getto preme contro il suo petto e, tra la spuma copiosa comincia a danzare. Lo ammiro e lei si compiace.

     I nostri sguardi s’incrociano e la sua gamba mi sfiora. La sento spingere con la coscia e mi punta. I suoi seni continuano a ballonzolare sul pelo dell’acqua. Il ribollire dell’elemento acqueo confonde i movimenti subacquei di Carmela. La lascio fare.

     So che tu continui a essere scettico.

     Mi ribadisci ancora una volta che mi sono inventato tutto e che la mia creatività sta dando il meglio di sé! Vabbè, sono un bravo creativo, ma giuro che è tutto vero. Per dimostrarti che non mento ti offro altri particolari che non ti ho ancora raccontato.

     Li vuoi sentire?

     Ok, vado avanti.

     Sono sorpreso, smarrito. La lascio continuare. Carmela con nonchalance lo accarezza e lo stringe, come per non farlo scappare. Non scappa, sono sicuro: lui continua a rispondere alle sue carezze. La guardo, lei anche e mi sorride.

     Intorno, la gente sembra non accorgersi di quello che succede. Provo a dire qualcosa. Non dico una parola, continuo ad ansimare.

     Lei mi guarda e mi chiede, ti piace? Certo che sì, ma non lo dico. I miei occhi persi sono la conferma. Lei continua, e va avanti con determinazione.

     Mugugno qualcosa e non proferisco niente di comprensibile.

     Uno, due, tre, quattro colpi in sequenza.

     I miei spermatozoi cominciano a nuotare nella piscina.

     Ecco questo è quanto.

     Non ci siamo più rivisti.

     Lei esce lentamente dalla piscina esterna. Si dirige verso quella coperta, dove le sue due amiche si stanno irrorando sotto una cascata d’acqua calda.

     Poco dopo sono uscito. Che dovevo fare secondo te?

     Non le ho chiesto nemmeno il numero di telefono. So solo che si chiama Carmela e abita a Catania.

     Mentre era sotto la cascata, mi guardava e rideva con le sue amiche. Forse rideva di me? Non lo so.       Sono andato ad aspettare mia moglie davanti allo spogliatoio. Pensavo che quella era stata una storia veramente strana. E se te l’avessi raccontata non ci avresti mai creduto e infatti non so se ancora sono riuscito a convincerti!

     Ma che razza di amico sei se non mi credi?

 

© Franco Duranti – ottobre 2022