Fuori, dalla finestra del mio studio, un cielo grigio e tetro inonda la mia mente di una piacevole solitudine.  Forse, è questo il momento magico in cui riesco a rimanere solo. Solo con i miei pensieri e li riverso sul foglio. Come a bloccarli per non farli scappare.

Alzo gli occhi. Sopra di me, una cupa lastra di zinco copre tutto. Senza ferire e senza morire. La stessa lastra di zinco, quella che dovrebbe sigillare i nostri corpi quando saremo pronti per l’aldilà. Ma io sono vivo e non voglio essere soffocato dal grigiore di questa tetra giornata.

On the road, una lenta, cadenzata e fastidiosa pioggerella sta bagnando l’asfalto, senza rumore. Il lento scorrere del traffico accompagna i miei sensi assopiti. Le ruote delle auto scivolano via lisce, senza alzare spruzzi, a sprazzi. Senza il fragore schizofrenico delle pozzanghere violate dai mezzi.

(Baby you can) drive my car, questa è la canzone che sta girando sul piatto del mio stereo. E mi fermo a pensare che, forse, se ci fosse il sole, in questo grigio novembre potrei uscire con la mia auto. Fare un giro: Paul e John insegnano ed io, che sono un loro vecchio, anzi un vetusto estimatore, seguirei le loro indicazioni... Beep beep mmh, beep beep yeah!

Guardo fuori. Il cielo non accenna a migliorare. Anzi…

La cupa lastra di zinco è ancora lì, cupa, distesa sopra di me. Non so se per proteggermi o per soffocarmi.

È ossidata, opaca, ancor più grigia e plumbea di prima: desisto e non insisto. E allora, continuo a picchiettare sulla tastiera del mio computer. Ogni tanto mi fermo e guardo fuori, poi riprendo a sfiorare i tasti, come fossi un pianista. Potrei continuare a comporre my synphonie. Ma di cosa sto parlando…

Squilla il telefono.  Mi alzo e interrompo la mia sinfonia…

Dall’altra parte del filo il solito call center rompiballe. Che insiste.

Quotidianamente, inesorabilmente vogliono proporre nuovi contratti telefonici. Più vantaggiosi, ma per chi?  Di sicuro per loro...

Mi sforzo, cerco di essere cortese, ma le palle continuano a girare. Allora, abbasso il ricevitore e lo liquido senza pensarci su.

Purtroppo, la sinfonia è stata interrotta: di colpo ha perso la sua vena creativa.

Abbasso il coperchio del desktop: vado a farmi un caffè forte e, …affanculo tutti.

 

© Franco Duranti - 2015